Scrivi A Dio
pubblicato il 10/11/19

Caro Dio, sono sempre io, la logorroica. Quella che ti parla continuamente da trent'anni a questa parte. Tu ascolti, lo so. Me ne hai dato prova quando ormai non me l'aspettavo più. Se ti parlo sempre non è per disturbarti o distoglierti da compiti ben più importanti di quelli che può richiedere una vita come la mia: ti parlo perché non capisco. Che vuoi farci, non sono intelligente come te. Gli ultimi quattordici anni sono stati duri, lo sai. E' vero, sono nata nella parte fortunata del mondo, ho una famiglia pressoché normale, un tetto sulla testa e cibo a sufficienza ma sto morendo. Ogni giorno, si spegne un pezzo. Non voglio chiederti di eliminare dalla mia vita la sofferenza e la solitudine. Mi sentirei un'ingrata in un mondo in cui ancora si muore di fame e di guerra. Pagherò il mio tributo, è giusto così. Solo una cosa vorrei sapere: perché non mi aiuti a dimenticare i torti subiti? Le umiliazioni, i tradimenti? Io il rancore non so gestirlo, non so farne uno strumento. Mi sta bruciando dentro. Non voglio diventare una creatura mostruosa, non voglio nutrire vendette e soprattutto non voglio innamorarmi mai più di nessuno. Ti offro ancora tutta la mia solitudine e tutta la mia disperazione. Ti prego, accettale. Non ho altro. Ma per favore, alleggeriscimi un po' il cuore così che possa lavorare come si deve per costruire qualcosa che non mi faccia vergognare di essere esistita solo per consumare aria. Se non mi aiuti a trovare la pace, sarà stato tutto inutile. Dammi un segno della tua misericordia.
Nunzia

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